La Maremma in bicicletta

VIAGGIO IN MAREMMA IN BICICLETTA

In un’estate di tanti anni fa ad un gruppetto di mie amiche venne l’dea di fare un giro della Maremma in bicicletta. Era una bella idea e io mi associai volentieri. Conoscevo soprattutto la Maremma di coloro che la scelgono per il mare, magari con qualche incursione nell’interno, a Massa Marittima, Pitigliano, Sovana, Saturnia. Io la conoscevo anche perché qualche tempo prima ero andato sostenere un concorso per bibliotecario a Porto Santo Stefano e mi ero un po’ documentato anche su altri aspetti; presidente della commissione era il sindaco in persona, Susanna Agnelli, che ci raccomandò di scrivere poco e in modo chiaro e sintetico. Non ricordo quanti fogli riempii ma senza dubbio molti di più di quei pochi indicati da Susanna Agnelli. Non fui ammesso.

L’idea del giro in bicicletta non era quella che oggi prevale di un’attività sportiva sostenuta da aggeggi tecnologici, divise sgargianti, cronometri per misurare le prestazioni, ma di prendercela comoda con il fine di scoprire aspetti che i vacanzieri del mare ignorano; affrontata con tale spirito è stata un’esperienza inattesa, una scoperta. Spedite le nostre pesanti biciclette di tutti i giorni con il treno e arrivate come previsto con un giorno di ritardo, iniziammo a girovagare per i dintorni di Orbetello e dell’Argentario percorrendo strade polverose, divorando abbondanti colazioni e gustose cene. Fu l’occasione di scoprire alcuni luoghi come le rovine di Cosa e i bellissimi panorami che si godono dal colle su cui era stata edificata, la pineta della Feniglia, le terme di Osa scoperte per puro caso, terme di acqua sulfurea abbandonate dove potemmo immergerci con qualche esitazione dovuta allo spaesamento di essere i soli ad usufruirne. Ma anche le strade della campagna popolate da casolari e da aziende agricole, interrotte ogni tanto da qualche boschetto e infine il parco dell’Uccellina con le sue pinete e le sue spiagge non intaccate dal turismo estivo.

Sono tornato diverse volte in Maremma ma non sono più riuscito a vederla con gli occhi che mi hanno accompagnato in quel viaggio. Il turismo ha dilagato. C’era anche ai tempi di quel viaggio, ma era un turismo limitato e sostenibile, spesso intrecciato con l’attività agricola. Tranne che nei centri dell’Argentario, non si capiva ancora dove stava il confine tra la Maremma turistica e la Maremma tradizionale, la Maremma dei contadini, delle mucche, delle distese di coltivazioni a perdita d’occhio.

massimocec luglio 2022