Aristide Moretti

Aristide-Moretti-300x189Domenica 18 agosto 2013 è morto Aristide Moretti, nella sua casa di San Giuliano, per un infarto o per un ictus. Trascorse il pomeriggio col fratello Francesco al Circolo Arci fin verso le sette di sera. Appena qualche attimo prima di morire, Aristide si alzò dalla sedia per andare in bagno, fece un grosso sospiro, diventò pallido e all’improvviso si accasciò lentamente sul pavimento. Suo fratello cercò inutilmente di soccorrerlo in quei brevi istanti che la morte stava concedendo. I medici e gli infermieri dell’ambulanza furono veloci ad arrivare e cercarono di rianimarlo per una mezz’ora. Ma Aristide era sdraiato sul pavimento e là si era fermato per sempre.

Aveva cinquantasette anni. Fu un giovane ribelle, partecipò ai movimenti di contestazione degli anni Settanta e frequentò la sede di Lotta continua di Vecchiano. A quei tempi risale il suo soprannome Alioscia, forse glielo attribuì qualcuno dei suoi impetuosi compagni di Vecchiano dopo aver letto o visto alla televisione I fratelli Karamazov, sicuramente il “compagno Alioscia” aveva un carattere genuino e schietto. Molti, in tono confidenziale, lo chiamavano Ari e lui sorrideva.

Era diplomato in ragioneria e lavorò come impiegato di segreteria nel personale scolastico, ma poi si dedicò alla psicologia che studiò con passione fino alla laurea e ne ercitò anche la professione. Amava viaggiare ed era molto amato, ma restò paralizzato per un’endocardite contratta nel ’95, che lo bloccò su una sedia a rotelle per diciotto anni. Affrontò le difficoltà della sua condizione con grande dignità.

Fumava il sigaro, portava barba e i capelli lunghi, somigliava al ritratto di Carlo Marx. Gli piaceva il buon vino e il buon cibo, forse con qualche eccesso in occasioni delle mangiate con gli amici. Il suo viso fu sempre illuminato da un sorriso. Non sempre lo stesso, ma un sorriso sempre. Quando era felice e quando era triste, restò sempre sereno. Al suo funerale c’erano tante persone, tanti amici tristi che lo ricorderanno sempre con il sorriso sulle labbra ricordando le tante avventure e bischerate vissute insieme da giovani e le lunghe partite a carte giocate al Circolo. Di tutto questo qualcosa è rimasto, compreso i sorrisi di Ari.

Ovidio Della Croce

(Grazie agli amici Stefano Barbuti, Giulio Bandini, Marco Carioni, Enrico Parrini, Leo Ghelarducci, Andrea Vento; al fratello di Aristide Francesco Moretti e al cugino Giorgio Sorvegli senza i quali non avrei potuto scrivere questo ricordo).

La Voce del Serchio, 22 agosto 2013

 

Bravo Ovidio

Un ricordo bellissimo che farà vivere in tutti noi il compagno Alioscia.

Marco Carioni

 

Ciao Alioscia!

Ho conosciuto Aristide quando era già sulla sedia a rotelle. A me, però, non è mai riuscito approcciarmi a lui come ad una persona con un handicap. Il suo sorriso, che mai potrò dimenticare, era più vivo e dinamico di quello delle persone che potevano camminare. Rideva alla vita e ai suoi affetti. Ciao Aristide. Quest’anno non andremo insieme a Sorana. Non ci andremo più insieme. Ma tu sarai comunque con noi ovunque andremo.

Silvana Donati

A Nodica

O come ti puzzavano i piedi, Alioscia, quella volta in quel garage a Nodica, che era la sezione di Lotta continua nella periferia dell’Impero.Mi pare nel 1975.Pagava l’affitto il Pazzo.

Eri venuto con Marco Carioni a Molina, a prendere me e Marrico, che zitti zitti e ancora minorenni, ci allontanavamo furtivi dal paesello per imparare a fare gli estremisti.

E Claudio Di Scalzo “il capo”, che appena ti vide, con gli zoccoli neri olandesi e i calzini di lana grossa e senti il puzzo, ti disse di sederti in fondo alla stanza, lontano dal tavolo. E come ridevi quando raccontavi che quei calzini lì andavano cambiati una volta la settimana.

“Lo volevo vede’ Che Guevara lavassi i piedi tutte le sera nella Sierra”- dicevi.
Ed io mi pisciavo addosso dal ridere, mentre sognavo con te la Rivoluzione.

Ciao caro.
Gabriele

 

Mi sembra di vederlo qui a Molina

Mi sembra di vederlo arrivare, insieme a Voi, i ragazzi di San Giuliano.
La foto (bellissima poiché ritrae anche il Petragli) mi ha aiutata a mettere a fuoco precisamente il volto e il sorriso di Aristide-Alioscia.

Se solo avessi potuto rivederlo per parlare con lui del nostro interesse comune per la psicologia – mi dico.
Ma, è andata così, che non l’ho più visto…

Mi sentivo spesso a disagio con voi e con Aristide, poiché mi sembrava di avere idee politiche più antiquate, non ben fondate, mentre voi e Ari eravate così approfonditamente convinti delle vostre.

La mitezza di Aristide, che contrastava con l’arditezza delle sue posizioni politiche, mi rassicurava. Mi trovavo bene a parlare con lui, il quale conservava il sorriso ingenuo dell’infanzia ed era dotato di quella RARA virtù che è l’umiltà. Era un umile per indole e non per forza.

Un bacio al tuo sorriso e un altro ringraziamento a chi mi aiuta a non dimenticare.

Antonietta

 

Dal Parterre a Pau

Ti voglio ricordare cosi, quando alla festa dell’Unità del 1976, dopo aver cantato insieme a tutti Bandiera Rossa e che tutti avevano gridato W Marx W Lenin W Berlinguer, tu nel silenzio subito dopo gridasti W Marx W Lenin W Mao Tze Tung scatenando una mega rissa tra i più facinorosi delle due anime comuniste dell’epoca, ovviamente ci eravamo già dileguati e rifugiati al circolo… ahahahahah!

Ti voglio ricordare in viaggio verso Pau, la sontuosa mancia alla cameriera dell’autogrill con minigonna ascellare come usava allora e qualche ora dopo, entrando in un bar nei pressi di Carcassone alla ricerca di una cassetta postale, domandasti in francese le buc de lettre???? facendo scoppiare una risata fra i presenti (ndr, buc in francese sarebbe il caprone). E poi gli aperitivi alla sera dalla nonna di Brigitte, l’omino del Bowling che ti sgridava perché invece di far scorrere la palla la lanciavi in alto lasciandola cadere pesantemente sul parquet facendoci sbellicare dalle risate. E l’ultimo gg la foto a Lourdes con il pugno chiuso davanti alla cattedrale per poi accorgerci che il rullino non era agganciato bene e quindi rimase vuoto ahimè, sarebbe stata una foto meravigliosa. Ci sarebbe tanto altro lo so, ma ti voglio ricordare così prima che la sfortuna ti bloccasse per anni fino a quell’ultimo caffè insieme 2 ore prima di lasciarci.

CIAOOOO ARIIII
Danilo

 

…pensavo ad Ari…

Aristide Moretti se n’è andato
Ed ha lasciato tutti senza fiato
Compagni che tiravano le pietre
E tutti gli abitanti del paese
Chi coltivava rose rosso fuoco
Chi amava il mondo semplice e giocoso
Attore di un vita troppo seria
Col pugno alzato lui gli sorrideva

Gabriele