Sandro Marianelli

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SANDRO MARIANELLI FOTOGRAFIE

Il ventinove febbraio millenovecentocinquantadue, alle tre di notte, nasceva Sandro, il nostro amico. Non voleva stare al centro dell’attenzione e non gli piaceva essere festeggiato. Averlo incontrato, per noi, è stato più di una festa di compleanno. Oggi, primo marzo duemilaventuno, un pensiero e un brindisi a Sandro lo facciamo, comunque e condividiamo questo ricordo di un amico. Quando alziamo il calice non dimentichiamo di dire il soprannome che gli piaceva: Arbauz!

Ricordo di un amico

È il primo giorno dell’anno 2016. La notizia della tua morte mi ha svegliato e mi ha lasciato senza parole. Eri il mio idolo per la tua riservatezza, la tua umanità, la tua ironia, il tuo sapere, la tua malinconia, il tuo rapporto con i ragazzi della scuola media di San Giuliano. Anche su questo sito hai lasciato delle tracce della tua passione per i video e le immagini.

massimocec

Da: “La Voce del Serchio” 1 gennaio 2016

Ciao Arbauz, caro amico Sandro

La notte di Capodanno, per un malore improvviso, è volato via Alessandro (Sandro) Marianelli, che i lettori del “meritorio giornale on line La Voce del Serchio” (parole sue) ricorderanno col nome di Arbauz, pseudonimo col quale firmava gli articoli sulle partite di Lega Pro del Pisa. Con Sandro Marianelli scompare una persona per bene, uno storico del movimento operaio, un ottimo insegnante, un vero maestro nell’uso didattico delle immagini, un appassionato di cinema, musica e sport, e soprattutto un amico curioso, gentile e ironico.

Era una persona splendida, semplice e modesta. Mandava mail con dei video brevi e bellissimi accompagnati da una sola parola, a volte un solo mah o un enigmatico wurz.

Nel dicembre 2013 realizzò Verso la foce del Serchio un video per il concorso dallo stesso titolo, con sottotitolo: “C’è un posto che uno sente suo” pubblicato a cura dell’Associazione La Voce del Serchio (i suoi video si possono vedere sul canale strudelfilm di You Tube).

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Sandro era nato a Pisa dove aveva fatto il liceo e l’università. Poi si era trasferito a Calci e insegnava alla scuola Nelson Mandela dell’I.C. Niccolini di San Giuliano.

Era molto legato a Putzu Idu, un paesino nella penisola del Sinis dove da più di venti anni passava il luglio con sua moglie Linda, sua sorella Lia e in compagnia di molti amici.

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Stava aspettando una nipotina dal figlio Lorenzo e dalla sua compagna Cecilia.

L’ho abbracciato per l’ultima volta a Pisa in Borgo Largo, la sera prima dell’ultimo dell’anno. Sandro mi mancherà moltissimo. Ancora non so spiegarmi come possa essersene andato via così in fretta a Capodanno. Perché, è Capodanno? Wurz?

Ovidio Della Croce

Ho ritrovato un altro piccolo articolo di Ovidio e con questo voglio salutarti.

“Ci sono notizie sul gheppio che hai avvistato sulle rocce del Monte Castellare sotto la casa del polacco? Ti sei più incamminato su quel sentiero in mezzo ai monti di San Giuliano? E sul polpo che vedemmo a Su Riu che si fece filmare e poi rilasciammo in acqua ti ricordi? Ricordi se emise la sua nuvoletta di inchiostro? Io penso di no, perché era un polpo dal carattere tranquillo e anche un po’ passivo. Ricordo il tuo cane Toby, che buffa creatura quando si faceva filmare in quelle strane pose! E tu ricordi che faccia fece Linda quando schiacciai quel grosso ragno nella casa della nostra vacanza sarda? Pensavo di compiacerla, invece si contrariò. A proposito, e degli animali che ora popolano l’eremo di Putzu Idu sai niente? Che spettacolo il volo dei fenicotteri sopra il cielo di Putzu Idu alle nove della sera! E che meraviglia i pesci dei fondali del Sinis. Ma soprattutto è tornata la volpe nel tuo giardino? Me la ricordo, spaventata, che cerca di mangiare gli avanzi della cena.”

Ciao Sandro AUTORE: gabriele

Puttanadellamiserialadra Sandro. Perché ci hai fatto questo scherzaccio. Non dovevi. E proprio oggi. Quando tutti siamo a prometterci un anno migliore. E ora? Ci tocca piangere come bambini, frugando nella memoria, per tenerti in vita. Facevi cose eccellenti con una semplicità disarmante. E questo lo sanno fare solo quelli che sanno. Anche raccontarci il Pisa era uno spasso. Ci mancherai, mi mancherà la tua curiosità e le domande che mi facevi quando ci incontravamo.
Maledetto il mondo Sandro.ciao.

 

Sandro AUTORE: Anto

dopo aver appreso la notizia della morte di sandro marianelli , sono rimasta senza parole, o meglio con la necessità di non pronunciarne. Mi piaceva molto lui. Sapeva ascoltare. Non interrompeva mai. Ascoltava con orecchio e sguardo curiosi. Sembrava che dovesse imparare da tutti qualcosa.
 

La sala delle Terme, venerdì pomeriggio 20 gennaio 2017, era gremitissima per l’omaggio a “Sandro Marianelli, l’uomo, l’insegnante, lo storico, lo sportivo”, un’alta concentrazione di insegnanti, studenti, dirigenti scolastici (la sorella Lia, che ha seguito tutti gli interventi in piedi, era preside al “Dini”) e persone legate al mondo della scuola, ma soprattutto tantissimi amici ognuno dei quali ha il suo “Io e Sandro”.

Io e Sandro (Ovidio Della Croce)

A Sandro Marianelli non sarebbe piaciuto. Lo hanno detto sia Sonia Pieraccioni che Lorenzo Marianelli. Lui sarebbe stato contrario a un incontro fatto di tantissimi suoi amici per ricordare i molti aspetti della sua personalità. Ma forse non è giusto parlare a nome di chi non c’è. Il fatto è che questo incontro l’altro ieri c’è stato, è stato bello e commovente, ironico e pieno di ricordi, musica e video. Nel ricordo non è mancato anche qualche momento di allegria. Ascoltare i ricordi di tanti amici, colleghi e studenti su Sandro, ascoltare alcuni suoi scritti letti ad alta voce e rivedere un suo video, “Licia e Faliero”, ha lasciato ancora un po’ sbalorditi e ammirati anche chi non da ora ha cominciato ad apprezzare i suoi lavori.

È cominciato con Make Me A Pallet On Your Floor cantata dal figlio Lorenzo, da Betta e dal maestro Del Vecchio. “A occhio il più bel pezzo del concerto”, commentava Arbauz appena due anni fa alla presentazione dell’album Roots dei Betta Blues Society.

Di seguito ciò che mi sono appuntato, che ha seguito il filo “l’uomo, l’insegnante, lo storico, lo sportivo” e che forse si può riassumere nel titolo “Io e Sandro”, di stampo proprio del Marianelli, come ha ricordato Valentina, una sua ex alunna: “Era un Professore con la P maiuscola, ci ha insegnato a scrivere e a parlare correttamente in italiano, che non è poco di questi tempi, ci ha educato a convivere pacificamente, ci diceva che si può parlare civilmente anche delle cose che non ci piacciono. Suo il tipico titolo di tema Io e… Lui diceva: Per esempio, se dovessi svolgere il tema Io e Italia 1, potrei scrivere una sfilza di cose che non mi piacciono”. Valentina aggiunge: “Ci ha insegnato a goderci un film, a esprimere la nostra curiosità”.

Raffaello Campani, commentatore con lo pseudonimo Cervetto delle “Cronache di un prof. tifoso” a firma Arbauz sulla “benemerita Voce del Serchio”, ha ricordato un aspetto di “Sandro uomo dal multiforme ingegno”, “l’aspetto calcistico, che però non consideravamo sportivamente in quanto tifosi del Pisa, e comunicavamo con un linguaggio volutamente criptico, elitario, ci capivamo solo tra noi due”.

Federico Pierotti ha letto Io e Gigi Riva, “anzi Gigirriva”, che Arbauz pubblicò sulla Voce del Serchio il 30 dicembre 2012, “Datosi che il campionato del Pisa riprende dopo Befana” (andatelo a leggere su questo giornale).

Ecco poi l’altra passione di Sandro, la ricerca storica sul movimento operaio pisano, che esercitò all’Università di Pisa tra gli anni Settanta e Ottanta con il suo professore Lorenzo Gestri, e che ha riversato sull’insegnamento: “Ognuno ha la sua storia e anch’io ho la mia… ho cercato di trasferire un po’ del mio passato da pseudo storico nel mio lavoro di insegnante”, Alessandra Peretti, direttrice de Centro didattica della storia per undici anni, legge una mail che Sandro le scrisse quando lei lo invitò a collaborare come “esperto della storia con le immagini”. 

La qualità dei lavori di Sandro e la quantità di premi ricevuti dimostrano che non si trattava di inventare un ruolo-mostro tipo Frankestein e di applicarlo alla didattica della storia che, diceva Sandro, è una materia difficilissima da insegnare perché basata sul passare l’idea ai ragazzi che le cose vecchie sono belle. Da parte sua Sandro ha scritto: “Il rapporto dei ragazzi con l’uso e la produzione di immagini può essere proposto attraverso un atteggiamento in qualche modo emotivamente coinvolgente, più accogliente e affettuoso”. Conclude Alessandra Peretti: “Come nella foto della locandina, che è preso di spalle, Sandro era attraversato da una insopprimibile spinta alla rinuncia”, sempre con “ironia, simpatia, sberleffo e sorriso”.

Poi è stato proiettato Licia e Faliero, documentario del 2005 realizzato con gli alunni della scuola Niccolini, “un lavoro di ricostruzione biografica, che in questo caso riguarda la vita di due persone, fratello e sorella, la storia dei quali si intreccia in modo drammatico con le vicende della resistenza sui monti pisani” (dalle Note sul video di Alessandro Marianelli). Insieme all’altro video, La storia di Livia Gereschi, Sandro ha ricostruito con i suoi studenti la biografia di tre personaggi importanti legati resistenza e alla seconda guerra mondiale nel territorio del comune di San Giuliano.

Andrea Famiglietti, Dirigente scolastico per ventisei anni dell’Istituto “G. B. Niccolini” ha detto senza mezzi termini come il professor Marianelli fosse “il fiore all’occhiello della scuola di San Giuliano, con i genitori che chiedevano in processione che i propri figli andassero nelle sue classi”. Maria Esposito ha ricordato le ore di buco passate in compagnia di Sandro “però dall’anno scorso non siamo più potuti stare accanto”. Poi le alunne Martina ed Emma, orgogliose di averlo avuto come professore, hanno detto che hanno fatto una colletta con la quale sono state comprate delle magliette per le gare di atletica che, oltre al nome della scuola, avranno come soprannome Arbauz!

Il collega Daniele Vaccari ha ripercorso i momenti dell’amicizia con Sandro e ha parlato della foto, che è quella della locandina, scattata nel luglio 2012 davanti alla casetta di Putzu Idu dove Sandro era il collante del gruppo dei pisani che ogni estate si ritrova lì, “su questa terrazza nacque l’idea del laboratorio di storia che abbiamo fatto insieme”.

Federico Pierotti ha letto Plonk!, il racconto di fantascienza primo classificato al concorso letterario “Pisani a Putzu Idu”, un modo per ruzzare insieme in vacanza d’estate; metto in coda a questo resoconto Plonk! (leggete il documento allegato).

Linda Bimbi, moglie di Sandro, ha ringraziato tutti per tutto, per la dimostrazione di affetto specialmente da parte della scuola e dei ragazzi. Ci ha fatto un bellissimo dono, ci ha mostrato la fiaba illustrata La vera storia di Cunegonda l’anaconda, lettrice a Cluj che Sandro realizzò più di trenta anni fa per suo figlio Lorenzo, che aveva un anno e mezzo, lui se ne appropriò e la fece a pezzettini, delle dieci tavole ne sono rimaste otto. Guardando quelle splendide immagini e leggendo le scherzose didascalie ci siamo “definitivamente trasferiti nel mondo di Sandro per cinque o sei minuti”. Finale con musica eseguita dal maestro Del Vecchio, Lorenzo e Betta: la prediletta colonna sonora del film Cancelli del cielo e Il cammello e il dromedario, canzone del 1963 del quartetto Cetra. A Sandro piacevano queste musiche.

odellac gennaio 2016