Vero Pellegrini

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Vero ci ha lasciato

Oggi martedì 17 gennaio alle 15:30 in via Boboli a San Giuliano Terme (PI) dove abitava, si svolgeranno i funerali del compagno Vero Pellegrini.

Vero, professore in pensione, aveva insegnato Disegno e Storia dell’arte al Liceo Scientifico “Dini” di Pisa, pittore e incisore.

A diciotto anni, tra il 1943 e il ’44, fu arrestato e imprigionato alle Murate di Firenze, perché disertore e renitente alla leva. Quando gli si chiedeva di ricordare qualcosa sulla sua vita in carcere rispondeva con un sorriso: “Ero in cella con un ragazzo di Massa e gli insegnai a leggere”.
Cominciò a dipingere nel dopoguerra grazie a Renzo Bussotti e Uliano Martini e non ha mai smesso per tutta la vita. “Nonostante la mia età non riesco a rassegnarmi al dolore e allo squallore, ed è per questo che spesso dipingo volti umani, sebbene sfigurati”.

Era nato ad Asciano, ma ha vissuto a San Giuliano, paese a cui era molto legato, che gli ha dedicato diverse mostre; l’ultima, nel Giugno 2013, “Un’artista, una terra, San Giuliano”. Ha voluto donare all’Amministrazione  Comunale, che lo ha esposto nella Sala consiliare, un dipinto, “La Cava”, in ricordo dell’identità sangiulianese.

Con Vero Pellegrini scompare uno dei maggiori incisori toscani e, pensiamo, italiani. Diciotto delle sue incisioni sono esposte al Museo della Grafica di Pisa.

Vero era una persona gentile, un compagno e un amico con cui era piacevole e interessante chiacchierare e passeggiare. Con lui scompare un maestro. Ci lascia le sue opere. Ci lascia un po’ più soli. Ci mancherà.

Ritratto d’artista: Vero Pellegrini (Daniela Sandoni)

Vero Pellegrini è nato nel 1925 a San Giuliano Terme dove vive, dipinge e incide. Si è formato artisticamente nel clima del secondo dopoguerra, in stretta correlazione con i pittori Renzo Bussotti e Uliano Martini e nella comune frequentazione di uno storico dell’arte informato e intellettualmente vivace quale era il giovane Franco Russoli. Dalla fine degli anni Cinquanta, diradato per varie ragioni l’impegno pittorico, ha lavorato nel campo della progettazione e dell’arredo architettonico, è stato docente di disegno e storia dell’arte presso il Liceo Scientifico di Pisa. Allo scorcio degli anni Sessanta ha ripreso a dipingere con regolarità e a incidere con una certa intensità e una frequenza sin qui mai allentata, realizzando un considerevole catalogo di puntesecche e soprattutto acqueforti, nelle quali compiutamente si manifesta il suo mondo delle “marginalità”, abitato dai drammatici relitti, poeticamente recuperati e rivisitati, della natura e dell’uomo.

In un pomeriggio assolato di fine estate sono stata accolta con grazia e calore, da Rosalia, moglie di Vero che mi ha accompagnato su una fresca e ombrosa terrazza dove è iniziato un piacevole colloquio con l’artista. Durante la conversazione l’ incontro si è trasformato in una bellissima lezione di arte e di vita. Le parole che potrei ancora aggiungere sarebbero di troppo. Se leggerete l’intervista, vi appariranno chiare la sagacia, l’ironia e la cultura di questo uomo senza tempo e senza barriere.

D: La tua biografia in poche linee. Racconta come ti sei avvicinato all’arte.
R: Anche se da ragazzo sono stato piuttosto svogliato,verso i dieci anni le cose sono cambiate, tantoché da adulto sono diventato insegnante di disegno. Mi piace ricordare che al termine del mio percorso di docente è stata organizzata una grande festa con la partecipazione di tutte le componenti della scuola, compresi gli alunni: rinfresco, ballo ed alla fine hanno anche fatto suonare le campane!Cosa potrei aver voluto di più!
 
D: Che cosa stai facendo?
R: Sto realizzando il quadro di una “Madonna Nera”, dedicata a tutte le mamme di colore ed ai loro bambini. Mi stringe il cuore vedere quanto soffrono e quanti di noi sono indifferenti al dolore di queste persone, uomini e donne uguali a noi, abitanti dello stesso pianeta che è di tutti. Io, che non ho mai sopportato i soprusi, ho bisogno di denunciarli col mio lavoro; lo faccio con la mia personalità ed il mio stile.

D: Come ti definisci?
R: Non credo di appartenere ad una categoria precisa, sono realista, ma anche surreale. Sono consapevole che noi tutti siamo la somma della cultura che ci ha preceduto e che non si nasce e non si cresce solo con le nostre forze. Sono una persona riservata per natura e via via che le mie conoscenze si sono ampliate, mi sono sentito sempre più “piccino”.

D: Qual è il tuo messaggio?
R: La cosa più importante è il comportamento dell’uomo sul quale rifletto e poi racconto con le mie opere. I colori e le tecniche sono le stesse per tutti, è il contenuto che conta.

D: Racconta come ti sei avvicinato all’arte.
R: Nella mia famiglia e tra i parenti c’erano molte persone dotate di talento artistico, chi per la scrittura, chi per la musica, chi per la poesia …, così, io che sono un romantico (il che vuol dire che sono un trasgressivo), decisi che sarei diventato un pittore: “io, Vèro, sarei stato il pittore del vero”. Cominciai allora a disegnare su carta gialla da salumiere, con i pezzi di carbone degli scaldini. In quel periodo conobbi Uliano Martini, che cominciò a seguire i miei lavori. Lui, che aveva deciso di non dipingere più perché dichiarava la pittura ormai finita, mi regalò tutti i suoi colori ad olio e con questi feci il mio primo quadro. Mentre frequentavo l’Istituto Tecnico conobbi il pittore Salvatore Pizzarello, lui mi prestava libri sull’arte e mi consigliava con insistenza di cambiare scuola per avvicinarmi sempre più alla mia strada, la pittura. Mi convinse e mi avviai a fare il pittore sul serio. Ero innamorato dei Macchiaioli ed ero convinto di essere uno di loro, ma, nel tempo, il critico ed amico Nicola Miceli, mi ha fatto capire che io non procedevo per macchie, ma per forme.
 
D: Come nasce un’idea? Che cos’è per te l’ispirazione?
R: Parto da quello che vedo e mi interessa. Faccio molti disegni, poi scelgo quello che sento più adatto e lo racconto a modo mio.
 
D: Che cos’è l’arte?
R: E’ difficile da spiegare, essa è fatta da tante cose che Vero rielabora mettendoci dentro l’anima.L’arte moderna non crea queste situazioni, piuttosto trasforma gli oggetti.
 
D: In che circostanze ti vengono le migliori idee?
R: Sono sempre stato un pittore a singhiozzo.
 
D: Come capiscise per te un’idea è valida o no?
R: Non ho regole, a volte la modifico, altre voltene seguo un’altra.
 
D: Ti dispiace doverti staccare da un’opera che hai venduto?
R: Sì, perché è qualcosa che io perdo e questo mi fa dispiacere, però è anche un lavoro, perciò lo lascio andare e sono contento se ho l’occasione di rivederlo.
Comunque separarmi dalle incisioni, dal momento che ne posso fare più copie, risulta più facile; la grafica è più vendibile perché meno ingombrante e meno preziosa come materiale, inoltre essendo in bianco e nero non è mai decorativa, mentre con alcuni quadri realizzati con colori un po’ furbetti, si può cadere nell’assoluta decorazione.
 
D: Quando e come hai iniziato a vederti come un’artista?
R: Mai, mi sono sempre sentito una persona che fa queste cose volentieri.
 
D: Quali idee creative ti piacerebbe realizzare.
R: Penso sempre a fare cose nuove, mai a ripeterle. Ognuno deve adoperare il proprio linguaggio, il proprio stile, la propria sensibilità, ammesso che ce l’abbia.
 
D: Ti consideri un postmoderno (artista degli anni Ottanta del Novecento, che tende all’impiego, in una stessa opera, di forme estetiche diverse, recuperate dal passato)? 
R: Sono un pittore del 1900 costretto a vivere nel presente pur non essendo d’accordo con quello che accade.
 
D: Come si deve valutare un’opera artistica? 
R: A questo devono pensare i critici.
 
D: L’artista deve reinventarsi ogni giorno?
R: Sì, la vita è sempre un cambiamento.
 
D: Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere? 
R: Ammiro tutti gli artisti, quelli veramente bravi mi commuovono profondamente.
 
R: Quale tra le tue esperienze è la preferita?
R: Non ne ho una in particolare, ogni cosa che faccio ha un suo significato.
 
R: L’arte autentica è l’arte necessaria?
D: Ogni tipo di arte lo è, ma non per tutti gli uomini.
 
D: Si compra l’opera, o si compra piuttosto l’artista?
R: Dovrebbe essere l’opera, ma spesso è solo la firma famosa.
 
D: Nell’arte non ci sono guide, come sai qual è la cosa successiva che devi fare?
R: Come ho già detto, ogni giorno porta pensieri diversi.

D: Che ruolo hanno giocato nel tuo percorso le figure del mercante, rappresentante, gallerista ed intermediari in generale?
R: Ho realizzato tutto lavorando e condividendo ogni esperienza con i miei amici Bussotti e Martini, l’uomo non è nato per vivere solo.Q
 
D:222222 Che tipo di commissioni vorresti avere?
R: Non ci ho mai pensato, ma tutto può essere interessante per realizzare opere valide (vedi S. Francesco, Van Gogh ed ai giorni nostri il dottor Gino Strada e tutti i suoi colleghi di Emergency).
 
D: Qual è dei tuoi lavori quello che più ti piace?
R: La mia casa che ho fatto con molta partecipazione; è solare, ma va anche a cercarla la luce, come fa la pittura .Essa rappresenta la mia sensibilità d’artista e d’architetto.
 
D: Quali sono gli strumenti, le tecniche con cui preferisci lavorare?
R: Mi piace l’incisione, la pittura, ma anche l’architettura, che ho praticato con molto piacere.
 
D: Quanto le tue esperienze ti hanno influenzato e in che modo si ritrovano nelle tue opere?
R: Le mie opere rispecchiano sempre le mie idee e le mie esperienze che esprimo con dedizione e, naturalmente, con il mio stile. Sono molto contento che 18 mie incisioni siano state collocate nel Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi e ringrazio di questo Nicola Miceli e l’assessore alla Cultura Fabiano Martinelli, entrambi molto amanti dell’arte.
 
D: Quali progetti per il futuro ci sono nel tuo cassetto?
R: Ci penserò, senz’altro qualcosa di nuovo.
 
D: Che consiglieresti a quelli che iniziano?
R: Indipendentemente dal risultato una passione fa sempre bene e se si riesce a coltivarla ed amarla, da vecchi, saremo persone più vitali.
 
D: Metti i tuoi quadri in rete? Dove possiamo vederli?
R: Non ho un sito personale, si può trovare qualcosa di significativo su www.viconet.it, oppure consultare il bel catalogo che il Comune di S. Giuliano Terme mi ha dedicato in occasione dellamostra “Un’artista, una terra, S. Giuliano”, Bagni di Pisa Maggio-Giugno 2013.
 
D: Regalaci un libro, una canzone, un film ed un disegnatore, illustratore o pittore.
R: Cosa c’è di più bello di una musica di Verdi; amo i libri di Architettura sui Sumeri, gli Egizi ed i Greci, perché la nostra cultura mediterranea è partita da lì; i film francesi del‘900; Renzo Bussotti per la sua inventiva e la sua genialità; Giuseppe Viviani e Toni Zancanaro.

odellac gennaio 2017