Sono raccolte nelle pagine cui si accede dal link sotto riportato una serie di riflessioni che risalgono agli anni Ottanta e Novanta, anni in cui potevo considerami un giovane laureato e poi un giovane insegnante. Le avevo raccolte in alcuni quaderni un po’ alla rinfusa. I temi affrontati erano i più disparati. Dalla politica, alla filosofia, alle situazioni esistenziali personali, all’arte. Scrivere in quel periodo era una sorta di bisogno. In quegli anni scrivevo “Queste note non sono un prodotto, ma la registrazione di un processo. L’individuo mangia per sopravvivere e il prodotto sono quegli elementi che il corpo produce metabolizzando dai cibi che poi chiamiamo vita, movimento e tutto il resto. L’alimentazione è un processo e sul processo influiscono le condizioni psico – fisiche dell’individuo. Ciò che scrivo non sono i prodotti della mia mente ma il processo di alimentazione che precede il prodotto, qualunque esso sia, un pensiero, una teoria, un comportamento, un atteggiamento, se un prodotto mai vi sarà. Anche su queste note influiscono gli stati psico – fisici. Senza una buona masticazione e una buona digestione non vi sarà comunque alcun prodotto utile, e per masticare e digerire bisogna mescolare saliva e acidi gastrici con il cibo introdotto dall’esterno. Infine il nostro corpo provvederà a fondere i nostri liquidi e umori con la poltiglia che viene immessa dalla bocca e solo allora sarà possibile un prodotto”. Il prodotto è stata la mia vita in questi quaranta anni. Quelle note quindi erano un processo in atto che si è realizzato in una forma che è la mia vita, per questo oggi a distanza di anni mi incuriosisce il giovane che ero e con il quale vorrei interloquire così come un padre parla al figlio.
Dialogo tra un giovane e un vecchio
massimocec novembre 2020
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